Regola 10 Su mure differenti
Regola 14, Evitare contatti
Definizioni Tenersi
discosta
Una barca può evitare un contatto e tuttavia non essersi tenuta discosta.
Riassunto dei fatti |
Decisione
La Regola 10.richiede a P di “tenersi discosta” da S.
“tenersi discosta” significa qualcosa di più che “evitare
contatti“, diversamente la regola avrebbe contenuto quelle parole o
altre parole simili.
Pertanto il fatto che le barche non siano entrate in collisione, non prova
necessariamente che P si sia tenuta discosta.
La definizione di Tenersi Discosta, unita ai fatti accertati, è ciò
che determina se P si sia attenuta oppure no alla regola.
In questo caso il punto chiave che scaturisce dalla definizione è se
S poteva mantenere la sua giusta rotta “senza necessità di effettuare
manovre per evitare” P.
Le considerazioni seguenti sono alla base delle conclusioni e della decisione
del Comitato:
1) La rotta delle barche quando inizia l’incidente.
Le barche erano su rotte di collisione: il che significa che una delle due
avrebbe dovuto cambiare rotta.
2) La distanza fra le barche al momento in cui modificarono la loro rotta.
Nel disegno la distanza fra la prua di P rispetto alla parte sottovento di
S, proiettata in avanti, presumendo che S non avesse cambiato rotta, era approssimativamente
a di due terzi la lunghezza di P.
3) Il tempo stimato restante prima del contatto.
Quando entrambe le barche hanno modificato la rotta restava pochissimo tempo
prima che una collisione accadesse. Per esempio ad una velocità di
5 nodi una di queste barche percorre una distanza pari a due terzi della sua
lunghezza in 1.9 secondi, a 6 nodi questa si riduce a 1.5 secondi.
4) L’entità del cambio di rotta necessario ad ogni barca per
evitare la collisione.
Questa aumenta man mano che le barche si avvicinano; nel momento in cui P
modifica la rotta, il cambiamento richiesto era tale che, con il timone tutto
alla poggia, aveva sfilato la poppa di S ad una distanza di due piedi (0,6
metri).
Nello stesso momento, il cambio di rotta che S avrebbe dovuto effettuare per
evitare P, se questa non avesse cambiato rotta, sarebbe stato approssimativamente
di 90 gradi, poiché S avrebbe dovuto virare.
5) Il tempo necessario ad ognuna delle barche per fare il dovuto cambiamento
di rotta.
Questo fattore è determinato dalla combinazione di numerosi altri elementi:
il peso della barche e la velocità relativa, la forma della parte di
scafo immersa, la dimensione del timone, le manovre di vele necessarie e le
condizioni meteomarine.
Quando le barche raggiungono le posizioni S1 e P1 nello schema, P non si stava
tenendo discosta.
La collisione era imminente e quasi inevitabile, com’è dimostrato
dal fatto che con il timone tutto alla poggia P è passata a meno di
due piedi (0,6 metri) dalla poppa di S.
In quella posizione, S non aveva la certezza che P avesse sentito i suoi
richiami alla voce, che si stesse preparando ad una modifica di rotta o anche
che P si fosse accorta della sua presenza.
Inoltre, P si era portata oltre il punto nel quale avrebbe dovuto poggiare,
vuoi per minimizzare il tempo e la distanza per raggiungere la boa al vento,
vuoi per seguire una rotta scelta per ragioni tattiche.
Per tutte queste ragioni S era chiaramente impossibilitata a mantenere la
propria rotta “senza necessità di intraprendere azioni per evitarla”
ed era assolutamente giustificata nell’aspettarsi una collisione e nel
concludere che solo una propria azione avrebbe potuto evitarla.
La questione se S abbia oppure no infranto la Regola 16.1 o la 16.2 è
irrilevante poiché nel momento in cui S cambia rotta, P ha già
infranto la Regola 10 e S manovrando, come richiesto dalla Regola 14, ha cambiato
rotta per evitare una collisione.
Anche se i fatti avessero indicato che S aveva infranto la Regola 16.1 o
la 16.2, essa dovrebbe essere esonerata in base al disposto della Regola 64.1(b).
P ha infranto la Regola 10 non essendosi tenuta discosta da S, pertanto la
decisione del Comitato per le Proteste è annullata e P squalificata.
USSA 1996/305