Una barca non ha l’obbligo di prevedere che un’altra barca
infrangerà una regola. In una situazione di transizione una barca che
diviene barca con obblighi ha diritto ad avere tempo per poter rispondere.
Riassunto dei fatti AS, una lunghezza sottovento ed una lunghezza davanti a BP,
vira non appena arriva alla layline di dritta. Quasi immediatamente
viene colpita da BP che naviga ad una velocità di circa 10 nodi,
collisione che provoca lo sfondamento dello scafo. Il Comitato per le
Proteste squalifica AS per aver infranto la Regola 15, ma squalifica
anche BP per la Regola 2, precisando che quest’ultima sapeva benissimo
che AS stava per virare, ma ciò nonostante non ha fatto nulla
per evitare la collisione. BP presenta appello sostenendo che non era
obbligata a prevedere una virata eseguita in violazione delle regole.
Decisione Appello accolto; BP viene reintegrata in classifica. Quando
AS ha passato la posizione di prua al vento BP diviene barca con diritto
di rotta e mantiene il diritto fino a quando AS non si mette su una
rotta di bolina stretta mure a dritta. In quel momento AS, avendo appena
acquisito il diritto di rotta per la Regola 10, secondo la Regola 15
è obbligata a dare a BP spazio per potersi tenere discosta. BP
non ha fatto alcuna manovra per evitare la collisione; ma in effetti
cosa avrebbe potuto fare?
Considerando la sua velocità e la distanza avrebbe forse avuto
uno o due secondi per decidere cosa fare e per metterlo in pratica.
E’ un principio del diritto di rotta da lungo tempo consolidato,
come recita la Regola 15, che la barca che si trova ad essere soggetta
all’obbligo di tenersi discosta a seguito di un’azione di
un’altra barca, ha il diritto di avere sufficiente tempo per poter
rispondere. Pertanto, anche se era ovvio che AS avrebbe dovuto virare
per girare la boa, BP non aveva nessun obbligo di prevedere che questa
avrebbe poi infranto la Regola 15. BP non ha infranto la Regola 2 e
neppure la Regola 14.